VII Settimana Biblica Online - Secondo giorno
VII SETTIMANA BIBLICA ONLINE
29 LUGLIO 2025
GESU' CRISTO: LO
SPECCHIO DEL NOSTRO SPIRITO
Seconda scheda: CHIAMATI A DONARE TUTTO
Primo
momento: Preghiera iniziale
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
Padre,
donaci il tuo Santo Spirito,
affinché illumini le nostre menti
e ci faccia comprendere pienamente
la profondità della persona del tuo Figlio
e della sua presenza salvifica dentro
di noi.
Amen.
Secondo
momento: La Parola di Dio
Il testo
"Nato Gesù a
Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente
a Gerusalemme e dicevano: «Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei?
Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad
adorarlo». All'udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta
Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo,
si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli
risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei
davvero l'ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo
che sarà il pastore del mio popolo, Israele». Allora Erode, chiamati
segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era
apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi
accuratamente sul bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché
anch'io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella,
che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il
luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia
grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si
prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono
oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per
un'altra strada fecero ritorno al loro paese" (Mt 2,1-12).
Terzo
momento: Commento teologico-esegetico
L'avventura dei Magi culmina nell'adorazione
del Re indicato dalla stella e dalle profezie; dopo l'adorazione questi uomini
fanno un gesto molto profondo: "Aprirono i loro scrigni e gli offrirono in
dono oro, incenso e mirra". Questo gesto rivela la profondità del loro
incontro con Cristo. Vediamo di capire meglio.
"Aprire lo scrigno" è quel che si
fa quando si ha il cuore toccato. Lo scrigno è il proprio tesoro, quel che
si ha a cuore. Lo stesso evangelista dice che "l'uomo buono dal suo buon
tesoro trae fuori cose buone, mentre
l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori cose cattive" (Mt
12,35). Il contenuto dei regali offerti dai Magi rappresenta quello che l'uomo
accumula nel suo cuore.
Nel cuore dell'uomo c'è l'oro. Spesso l'uomo
perde se stesso accumulando ossessivamente la ricchezza. Per denaro l'uomo
compie tutto il male del mondo. Famiglie spaccate, generazioni sofferenti,
nazioni oppresse a causa della sete della ricchezza.
L'oro è l'idolatria fondamentale che l'uomo
adora senza limiti. Ecco perché Luca nel suo Vangelo ci avverte: "Non potete servire Dio e la ricchezza"
(Lc 16,13). Zaccheo è la figura emblematica per Luca per risolvere questo
problema. Prima dell'incontro con Cristo il suo cuore era legato alla
ricchezza; dopo l'incontro con Gesù, il suo cuore desidera vivere profondamente
questa relazione vitale e liberarsi da tutto ciò che la ostacola, a cominciare
dalla ricchezza.
Questi sapienti che vengono dall'Oriente hanno capito che c'è qualcuno
che vale più del loro oro. Pertanto, possono liberarsene, possono donarlo.
L'amore di Cristo porterà tanti uomini e donne a disobbedire all'assolutizzazione
del denaro.
Nel cuore dell'uomo c'è anche la trappola
dell'incenso, che rappresenta l'onore, la gloria, il successo, la fama. Il
profumo che ci portiamo dietro, quello che gli altri percepiscono di noi. Una
vita passata alla mercé dell'opinione altrui, una sete di successo che rende
meschini, invidiosi e maldicenti. La propria immagine diventa il tiranno a cui
siamo sempre sottoposti. Ogni giorno. Vivere per il proprio onore, e odiare per
una vita intera per rivendicare una gloria effimera. Chi incontra Cristo si
libera di questa schiavitù, la può consegnare nelle sue mani.
Ma il dono più oscuro è quella della mirra.
Si tratta di una resina aromatica usata per la sepoltura. Nicodemo la offrirà
per il corpo di Gesù (cfr. Gv 19,39).
Che dono è? Posso donare il mio oro al
Signore, ossia la mia ricchezza, e così il mio incenso, che rappresenta la mia
immagine, il mio profumo. Ma la mirra è quel che serve per la mia sepoltura: è
il profumo del mio funerale, è la mia tomba che dovrà essere bella.
La mia mirra mi farà fare bella figura pure
da defunto. Ė la mia memoria, sono i miei progetti umani per essere eterno, per
esorcizzare la morte. Ė tutto quello che pianifico per negare che sono un
soffio, che sono fragile.
Al contrario, chi conosce il volto del Cristo
crocifisso, sa che il Padre non abbandona mai colui che ha rimesso tutto nelle
sue mani: "Agli occhi del
Signore è preziosa la morte dei suoi fedeli" (Sal 116,15). Paolo ha
compreso l'importanza della morte come momento decisivo dell'incontro con il Signore
e la desidera ardentemente (cfr. Fil 1,23).
Se uno ha trovato Cristo come i Magi, non è
più schiavo del denaro, del successo e dei suoi progetti. Può disprezzare
denaro e fama e guardare alla sua morte nella pace donata da Cristo.
Chi ama Gesù riesce a compiere questi gesti.
Quarto
momento: La riflessione personale
Dedicate
almeno mezzora alla vostra personale riflessione.
Traccia
di riflessione: La ricchezza è una zavorra che ci impedisce di comminare verso
la comunione con Dio. Ne siamo consapevoli?
Siamo
condizionati dall'immagine che gli altri hanno di noi oppure siamo liberi di
manifestare la nostra libertà vissuta nello Spirito di Cristo?
Quinto
momento: La condivisione comunitaria
Se avete
deciso di vivere insieme ad altri i primi tre momenti (in modo residenziale),
scambiate con loro la vostra riflessione.
Al
termine della vostra condivisione, accedete al blog
noiabbiamolamentedicristo.blogspot.com e inserite un commento alla scheda del
giorno in modo da favorire l’arricchimento spirituale di tutti coloro che
partecipano alla Settimana Biblica Online.
Sesto
momento: La preghiera in comunità
Ne siamo consapevoli!eccome!Rivedo Zaccheo che fa'esperienza di Gesù che entrato nella sua casa, riporta la gioia della vita nuova.Lui una persona ambigua,un ladro, potente... eppure aveva una inquietudine nel cuore..(come noi a volte) tutto quello che aveva non dava gioia ed era nella tristezza. SÌ gli ori del nostro "IO"..ci impediscono di camminare verso Gesù, quel l'apparire malato che è in ognuno di noi che ci rende schiavi...ma nella nostra insoddisfazione con l'aiuto dello Spirito che viene in nostro soccorso,nasce in noi il desiderio di conoscerlo, di incontrarlo,di sapere che fa', ascoltare la sua parola... come fa'una ragazza con un ragazzo. Anzi è Lui che ci cerca, si ferma e, in noi nasce l'Amore per fare spazio al desiderio di ricominciare, di ripartire,(come affermavo ieri) andare controcorrente...riconvertirsi x fare esperienza del suo Amore condividerlo con tutti! Aprire il tesoro del nostro cuore per essere profumo nel mondo che ci circonda. Grazie A.Santo! MARIA SAMBROTTA
RispondiEliminaGrazie Maria per questa splendida meditazione.
EliminaIl commento che ci proponi oggi mi ha colpito profondamente: è la prima volta che sento che il dono dei Magi al bambino viene interpretato come un gesto di rinuncia ai beni terreni. Finora avevo sempre sentito commenti che ponevano l'accento sul significato che i doni avevano per il bambino e, in relazione al dono della mirra, ne facevano una premonizione della sua morte in croce. La lettura che ci proponi è davvero molto diversa ed interessante. I Magi sono l'immagine dei cercatori di Dio, uomini saggi, pronti ad affrontare un lungo viaggio alla ricerca della verità. Il gesto del dono è un gesto di riconoscimento della condizione di re del bambino che hanno di fronte, ma certo non può essere il loro un dono utile o necessario al destinatario. Troppo alta la condizione di quel bambino perché possa trarre beneficio da beni materiali, pur preziosi agli occhi degli uomini. E quindi tu sposti l'accento sullo spirito che anima coloro che offrono i doni. Così il dono diventa dono di rinuncia, dono di liberazione. Un chiaro messaggio a tutti i cercatori di Dio...
RispondiEliminaCaro Roberto, hai centrato appieno il senso del brano.
EliminaVedrai che con la terza ed ultima scheda la Scrittura ci indicherà la via per fare della nostra esistenza un dono a Dio.
Grazie.
L' incontro con Cristo ci trasforma. Ciò che sembrava indispensabile nelle nostre vite, diventa superfluo. Lo sguardo di Cristo ci illumina, ci permette di scoprire quella profondità e ricchezza che è in noi e di abbandonare così ciò che ci limita, imbruttisce e rende duri di cuore.
RispondiEliminacome è difficile riuscire a fare quel salto, quel passo in più che ci permetterebbe di incontrarlo, riconoscerlo, seguirlo. l'insegnamento dei magi è per noi prezioso... quando alla fine del mio cammino, nel mio percorso di ricerca, arrivo a Lui, non posso restare ciò che ero. Cristo ci cambia nell'essenza nostra più profonda. non contano più le cose di quaggiù, denaro, competizione, controllo o negazione sulla morte, ma tutto diventa un affidarsi e un affidargli.
Cara Marianna, è vero che a noi uomini è difficile fare questo salto, ma nello Spirito tutto è possibile.
EliminaDobbiamo vivere la nostra esistenza terrena nella consapevolezza di vivere già nel Regno di Dio. Solo così le realtà terrene perderanno di valore.
Incontrare Gesù povero, piccolo e fragile ,nella povertà di una capanna ci permette di rivedere tutte le nostre sicurezze, i nostri confort, frutto del benessere a cui siamo abituati. Incontrare Gesù,così come lo hanno incontrato i magi, coinvolge tutto il nostro modo di vivere, signica rinunciare ai valori abbaglianti che la vita ci offre: successo,ricchezza, divertimenti...per fare emergere quelli essenziali: umiltà, carità e attenzione all'altro. In questa meditazione ho scoperto un volto nuovo dei magi. Il loro atteggiamento, mi ha aiutato a capire che non è sufficiente cercare e incontrare Gesù , è necessario mettersi alla sua presenza per lasciarsi trasformare. Mettendoci davanti a lui come davanti ad uno specchio, tutte le nostre miserie e le nostre debolezze crollano per fare emergere le virtù di Gesù in noi.
EliminaGrazie per questa riflessione.
EliminaAggiungi il tuo nome, perché sei stato/a definito/a come "anonimo".
Grazie per aver toccato il mio cuore con il meraviglioso commento al brano di Vangelo di oggi e di aver risposto in modo così chiaro alla mia domanda di ieri.
RispondiEliminaLeggendo la seconda scheda mi è venuto in mente il ricordo degli ultimi giorni di vita di persone a me care.
Pur avendo un vissuto diverso, con una fede più o meno salda fino anche a definirsi atei, ho avuto la sensazione che tutti, nel fine vita, avessero il desiderio di spogliarsi della schiavitù delle cose terrene. Niente in quel momento è piu così importante come prima: ricchezza, successo, difendere a tutti i costi un io falso e carico di sovrastrutture....
Ho sempre notato come chi rimette tutto nelle mani di Dio abbia un un volto sereno, sia pronto all'incontro tanto atteso durante il cammino della propria.
Buonanotte Sonia
Grazie per la tua testimonianza.
EliminaBuona notte a te, Sonia.