III Settimana Biblica Online - Sesto giorno
III
SETTIMANA BIBLICA ONLINE
08
AGOSTO 2020
GESU' E
LE PARABOLE SUL REGNO DI DIO
Primo momento:
Preghiera iniziale
Nel
nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
Dio dei padri e Signore della misericordia, che tutto hai
creato con la tua parola, e con la tua sapienza hai formato l'uomo
perché dominasse sulle creature che tu hai fatto, e governasse il
mondo con santità e giustizia ed esercitasse il giudizio con animo retto, dammi
la sapienza, che siede accanto a te in trono, e non mi escludere dal numero dei
tuoi figli, perché io sono tuo schiavo e figlio della tua schiava,
uomo debole e dalla vita breve, incapace di comprendere la giustizia e le
leggi. Se qualcuno fra gli uomini fosse perfetto, privo della
sapienza che viene da te, sarebbe stimato un nulla… Con te è la
sapienza che conosce le tue opere, che era presente quando creavi il mondo; lei
sa quel che piace ai tuoi occhi e ciò che è conforme ai tuoi decreti. Inviala
dai cieli santi, mandala dal tuo trono glorioso, perché mi assista e mi
affianchi nella mia fatica e io sappia ciò che ti è gradito. Ella
infatti tutto conosce e tutto comprende: mi guiderà con prudenza nelle mie
azioni e mi proteggerà con la sua gloria (Sapienza 9,1-6.9-11).
Maria,
Sede della Sapienza, prega per noi.
Nel
nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
Secondo momento: La
Parola di Dio
LA PARABOLA DEGLI
OPERAI DELLA VIGNA (Mt 20,1-16)
Il testo
“Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che
uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si
accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito
poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza,
disoccupati, e disse loro: «Andate anche voi nella vigna; quello
che è giusto ve lo darò». Ed essi andarono. Uscì di nuovo
verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito
ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro:
«Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?». Gli
risposero: «Perché nessuno ci ha presi a giornata». Ed egli disse loro: «Andate
anche voi nella vigna».
Quando fu sera, il
padrone della vigna disse al suo fattore: «Chiama i lavoratori e da' loro la
paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi». Venuti quelli
delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando
arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi
ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però,
mormoravano contro il padrone dicendo: «Questi ultimi hanno
lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il
peso della giornata e il caldo». Ma il padrone, rispondendo a
uno di loro, disse: «Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato
con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio
dare anche a quest'ultimo quanto a te: non posso fare delle
mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono
buono?». Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
Terzo momento:
Commento teologico-esegetico
Dopo la parabola del
servo spietato che non sa vivere la misericordia e il perdono precedentemente ottenuti
(cf. Mt 18,21-35), Matteo propone questa meravigliosa parabola che presenta la scandalosa misericordia di Dio. Scandalosa
perché non è basata sulla meritocrazia. Essa non può essere conquistata, e
tanto meno acquistata. Può solo essere accolta come un dono. Essa è gratuita,
per questo il suo nome è anche “grazia”. Dio fa grazia a tutti gli uomini nella
sua infinita libertà e nel suo infinito amore,.
Il protagonista della
prima scena è “il padrone della vigna”, che agisce dal mattino alla sera,
uscendo di casa per andare nella piazza a cercare lavoratori per la sua vigna,
come era abitudine a quei tempi. Fin dallo spuntare dell’alba, dunque fin dalle
sei, si reca sulla piazza e chiama dei lavoratori, stipulando con loro un
contratto: li pagherà, per la giornata intera, un denaro, secondo le tariffe
del mercato di quell’epoca. Poi esce di nuovo verso le nove e assolda altri
operai, promettendo loro: “Quello che è giusto ve lo darò”. Fa lo stesso verso
mezzogiorno, verso le tre e addirittura verso le cinque del pomeriggio. A
quelli che trova sulla piazza quasi alla fine del giorno chiede ragione del
loro starsene senza far niente, ed essi rispondono: “Nessuno ci ha presi a
giornata”, cioè “volevamo lavorare, ma siamo rimasti disoccupati”.
Il padrone fa molte chiamate, non esclude nessuno, offre lavoro a
tutte le ore: esce di casa per ben cinque volte, anche nel tardo pomeriggio,
quando si avvicina il tramonto e non resta che un’ora soltanto utile per il
lavoro. Da questa prima scena risulta che tutti quelli che erano sulla piazza
del mercato sono stati chiamati dal padrone e che alla sera non vi sono più
disoccupati. Si noti anche che questo ingaggio è fatto dal padrone stesso, non
da un suo amministratore: ciò è molto strano. Tale comportamento vuole indicare
la sollecitudine di questo padrone, che vuole accertarsi che tutti vadano a
lavorare nella sua vigna. Giunge la sera e gli operai ritornano dalla vigna. Il
padrone, uomo giusto e anche generoso, osserva fedelmente la legge: “Non sfrutterai il salariato povero e
bisognoso … Gli darai il suo salario il giorno stesso, prima che tramonti il
sole, perché egli è povero e attende ciò con impazienza. Non alzi grida al
Signore contro di te: sarebbe grande il tuo peccato!” (Dt 24,14-15).
Il padrone chiama
dunque l’amministratore e gli ordina di pagare i lavoratori, incominciando dagli ultimi e terminando con
i primi. L’ordine dei chiamati è capovolto, e questo fa sì che i primi
possano osservare quale salario il padrone ha corrisposto a quanti hanno
lavorato meno di loro. L’amministratore, secondo l’ordine ricevuto, comincia
con il dare un denaro agli operai dell’ultima ora. Quelli che hanno lavorato
fin dal mattino presto pensano allora di dover ricevere una paga più alta:
hanno lavorato più ore, dunque meritano di più! Si crea in loro un’attesa, ben
presto delusa. Il testo annota infatti laconicamente: “… ma anch’essi
ricevettero ciascuno un denaro”, né più né meno degli altri.
Da ciò nasce la loro rabbia
per essere stati trattati come gli altri, e la loro attesa frustrata li spinge
infine a mormorare. Questi lavoratori recriminano, esponendo con rabbia al
padrone il risultato delle loro parole scambiate nel nascondimento: “Abbiamo lavorato dal mattino alla sera,
abbiamo faticato per dodici ore, abbiamo sopportato il peso della calura, sotto
il sole cocente, mentre questi ultimi sono giunti a giornata quasi finita,
hanno lavorato un’ora sola, nella frescura del tramonto, eppure tu li hai fatti
uguali a noi”. Essi non riescono a sopportare che gli ultimi siano trattati
come loro, i primi, che hanno lavorato per l’intera giornata. Chiamati per
primi e chiamati per ultimi sono tutti uguali! Ai loro occhi ciò appare come
un’ingiustizia. L’atteggiamento del
padrone, ai loro occhi, è scandaloso perché non vede né riconosce i meriti.
Di conseguenza, il padrone è da loro
ritenuto ingiusto.
Su quella
mormorazione interviene risolutamente il padrone della vigna, rivolgendosi a
uno dei contestatori. Innanzitutto lo chiama “amico”. Il rimprovero è dunque
introdotto in modo amichevole, forse non privo di una certa ironia. Il padrone
ricorda inoltre che ha rispettato il compenso pattuito, quindi non ha fatto
alcun torto, non è stato ingiusto. Ma non vuole calcare la mano, per questo
congeda il mormoratore senza alcuna parola di condanna: “Prendi il tuo denaro e vattene”.
Poi però prosegue,
con l’intenzione di spostare l’accento
sulla propria gratuità: “Io voglio
dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che
voglio?”. Egli certamente rispetta la giustizia, e quindi l’accordo
stabilito, ma vuole dare di più a colui al quale spetterebbe meno. Mostra pertanto una giustizia altra da
quella prospettata e attuata dagli uomini: una giustizia non retributiva né
meritocratica.
Tale concetto di giustizia, che Gesù attribuisce a Dio,
scandalizza coloro che si considerano giusti, che si affaticano a contare le loro
azioni per poter enumerare i loro meriti. “Ho fatto le opere buone, per cui
merito di essere premiato!”. Questo modo di esprimersi è all’insegna di una
logica che abita dentro di noi e che dobbiamo sforzarci di estirpare dal nostro
cuore.
Infine il padrone
della vigna mette a nudo un rischio presente nell’atteggiamento di chi fa
paragoni con gli altri: “Oppure il tuo
occhio è malvagio perché io sono buono?”. Con questa semplice domanda
tratteggia il meccanismo dell’invidia, termine che deriva da in-videre, cioè “non
voler vedere” la felicità, il bene, la gioia dell’altro, come se questa
attentasse alla nostra. Gelosia e invidia possono nascere nel nostro cuore –
perché “è dal cuore umano che nasce … l’occhio cattivo” (Mc 7,21-22) – ma vanno
combattute, per giungere progressivamente, nell’esercizio dell’ascolto
dell’altro, della com-passione e dell’empatia con lui, a gioire quando l’altro
beneficia della bontà nostra, che è sempre anche bontà di Dio.
Gesù parla di gratuità, di una misericordia che non va
meritata, ma accolta con gioia come dono e come amore riversato su tutti noi, tutti
fratelli e sorelle, tutti figli e figlie amati da Dio e ci esorta ad entrare nella
sua logica: “Gratuitamente avete
ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8).
La retribuzione che
il padrone dà a tutti gli operai è la salvezza, la comunione piena con lui. E' il dono gratuito di se stesso che Dio fa ad ogni operaio che decide di entrare nel
suo Regno. Anche nell’ultima ora della sua vita.
Quarto momento: La
riflessione personale
Dedicate
almeno mezzora alla vostra personale riflessione.
Traccia di riflessione: Di fronte all'amore misericordioso e gratuito di Dio non ci sono privilegi da vantare!
Come pensiamo il nostro rapporto con Dio? Come relazione nella grazia o come prestazione meritoria?
Quinto momento: La
condivisione comunitaria
Se
avete deciso di vivere insieme ad altri i primi tre momenti (in modo
residenziale), scambiate con loro la vostra riflessione.
Al
termine della vostra condivisione, accedete al blog noiabbiamolamentedicristo.blogspot.com
e inserite un commento alla scheda del giorno in modo da favorire
l’arricchimento spirituale di tutti coloro che partecipano alla Settimana
Biblica Online.
Sesto momento:
Liturgia delle Ore
Siamo
giunti al momento conclusivo della Giornata. Accedete al sito www.liturgiadelleore.it che vi
proporrà il testo della Liturgia delle Ore corrispondenti all’ora in cui
effettuate l’accesso. Sarà un momento di preghiera vissuto in comunione non
solo con i partecipanti alla Settimana Biblica Online, ma con la Chiesa
Universale.

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