V SETTIMANA BIBLICA ONLINE - PRIMO GIORNO

             

V SETTIMANA BIBLICA ONLINE

01 AGOSTO 2023

 

LA PARABOLA DELLA MISERICORDIA

 

ASCOLTARE O CONTESTARE GESU'?

 


Primo momento: Preghiera iniziale

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Amen.

1Dio dei padri e Signore della misericordia, che tutto hai creato con la tua parola, 2e con la tua sapienza hai formato l'uomo perché dominasse sulle creature che tu hai fatto, 3e governasse il mondo con santità e giustizia ed esercitasse il giudizio con animo retto, 4dammi la sapienza, che siede accanto a te in trono, e non mi escludere dal numero dei tuoi figli, 5perché io sono tuo schiavo e figlio della tua schiava, uomo debole e dalla vita breve, incapace di comprendere la giustizia e le leggi. 6Se qualcuno fra gli uomini fosse perfetto, privo della sapienza che viene da te, sarebbe stimato un nulla… 9Con te è la sapienza che conosce le tue opere, che era presente quando creavi il mondo; lei sa quel che piace ai tuoi occhi e ciò che è conforme ai tuoi decreti. 10Inviala dai cieli santi, mandala dal tuo trono glorioso, perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica e io sappia ciò che ti è gradito. 11Ella infatti tutto conosce e tutto comprende: mi guiderà con prudenza nelle mie azioni e mi proteggerà con la sua gloria (Sapienza 9,1-6.9-11).

 

Maria, Sede della Sapienza, prega per noi.

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Amen.

 

Secondo momento: La Parola di Dio

Il testo

Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro»” (Lc 15,1-2).

  

Terzo momento: Commento teologico-esegetico

Il cammino che vi propongo ha come testo base un meraviglioso capitolo del Nuovo Testamento che mostra il volto di Dio, un Padre buono che perdona. Sempre. E gratuitamente. È il famoso capitolo 15 del vangelo di Luca. È il capitolo della/e parabola/e della misericordia e del perdono che Gesù narra in risposta agli scribi e ai farisei, che si scandalizzavano del fatto che egli accoglieva i peccatori e mangiava con loro.

Questo capitolo è stato definito dai Padri della Chiesa "il centro del Vangelo". San Basilio lo ha denominato "il Vangelo dei Vangeli", perchè in questo testo Gesù ci presenta il contenuto centrale del vangelo da lui annunciato, la pienezza della "buona notizia". 

Il testo lucano mette davanti al lettore due categorie di persone che sono caratterizzate dal loro diverso atteggiamento verso Gesù. 

I peccatori e i pubblicani vanno da Gesù per ascoltare la sua parola. Per "pubblicani" si intende una categoria particolare di peccatori pubblici, cioè noti a tutti. Sono gli esattori delle tasse, collaborazionisti con l'oppressore romano. Ma essi sono i rappresentanti di tutti gli altri peccatori pubblici, come, ad esempio, le prostitute. Questi sono aperti alla parola di Gesù e si recano da lui per accogliere il perdono di Dio.

A costoro Luca contrappone gli scribi e i farisei. Gli scribi sono i teologi del tempo, coloro che conoscono la Scrittura e sono abilitati ad insegnarla alle nuove generazioni. I farisei sono gli osservanti minuziosi della Legge e guidano il popolo nel rispettare ogni piccola norma della Torah. Il loro obiettivo è quello di preservare la purità legale dell'ebreo, derivante dal rispetto minuzioso delle norme dalla legge divina. Entrare in contatto con un peccatore, un impuro, è assolutamente da evitare, per evitare di contrarre l'impurità. Ecco perchè costoro si recano da Gesù per criticarne il comportamento o per metterlo alla prova.

La narrazione prende il suo avvio proprio dalla mormorazione di farisei e scribi contro Gesù, perché riceve i peccatori e i pubblicani e condivide la tavola con loro. ‘Gesù mangia con i peccatori’: è una cosa che ritorna spesso nei Vangeli. Condivide il cibo con i peccatori e con le prostitute. I capi religiosi di Israele lo accusano di essere un mangione e un beone. 

Luca ricorre spesso a questa immagine di un Gesù che siede spesso a tavola anche con le persone impure. Il mangiare, sia come esperienza antropologica dell’uomo, sia come significato tipico del mondo biblico, ha una grande forza simbolica, perché mangiare vuol dire prendere il cibo e farlo diventare parte di sé, vuol dire prendere il cibo e farlo diventare vita. 

Di fatto è mangiando che noi alimentiamo la vita e quindi il cibo è qualche cosa che noi prendiamo dal di fuori e che trasformiamo in vita nostra. Allora, se noi mangiamo insieme con altri lo stesso cibo, è come se stessimo condividendo con gli altri la stessa cosa che ci fa vivere. Mangiare insieme vuol dire attingere alla stessa fonte per vivere. Le stesse cose ci fanno vivere, diventano la nostra vita e quindi c’è una comunione nel mangiare che diventa veramente comunione del vivere. Nella Scrittura, le alleanze venivano sempre concluse con la condivisione dello stesso cibo, per esprimere che tra i contraenti c’era una comunione di vita. La condivisione della vita era simboleggiata attraverso la condivisione del cibo. Anche il regno di Dio viene presentato attraverso il simbolo del banchetto escatologico a cui il re invita tutti gli uomini.

Il fatto dunque che Gesù mangi con i peccatori è qualche cosa di scandaloso. Questa mormorazione degli scribi e dei farisei è una cosa seria, perchè si afferma che Gesù condivide con i peccatori la loro stessa vita!

Gli scribi e i farisei sono i cosiddetti uomini giusti, quelli che non ammettevano mescolanze con i peccatori e con i pubblicani. Questi giusti concepivano una giustizia intesa come separazione, come rifiuto dell’altro, come superiorità nei confronti dell’altro, il peccatore, da cui bisogna tenersi separati, per non diventare impuri. Ma, adesso, si scontrano con un maestro che vive la giustizia in modo opposto a quello che loro hanno vissuto, non più come separazione, ma come vicinanza. Non contagio, come pensavano i benpensanti, ma vicinanza. 

Ma tale vicinanza non significa affatto diventare come loro, cioè peccatori. Al contrario, Gesù si fa vicino a loro non per diventare lui stesso un peccatore, ma perché i peccatori diventino giusti come lui. 

Gesù vive il rifiuto del peccato, ma non del peccatore, che è invece la posizione degli scribi e dei farisei che rifiutano i peccatori e i pubblicani. Peccatori e pubblicani che, invece - dice Luca - si avvicinavano a Gesù per ascoltarlo.

Coloro che si ritengono giusti e santi accusano Gesù. Non lo capiscono; anzi rifiutano la salvezza da lui donata. Dall’alto della loro presunta superiorità, convinti della loro giustizia davanti a Dio, si avvicinano a Gesù per metterlo alla prova. Al contrario, i peccatori si avvicinano a lui per ascoltarlo. Essi aprono il loro cuore, si lasciano convertire, si lasciano cambiare. 

Allora Gesù si rivolge ai pubblicani e ai peccatori che andavano da lui per ascoltarlo, e dice loro: Dio perdona! Essi, con gioia, accolgono questo annuncio di perdono. Ma Gesù intende rivolgersi anche agli scribi e ai farisei, per spiegare loro perché egli mangia con i peccatori: condividendo la tavola con loro, egli rivela il volto del Padre, un Padre che perdona, che gioisce e fa festa quando finalmente qualcuno torna da lui e si lascia perdonare.


Quarto momento: La riflessione personale

Dedicate almeno mezzora alla vostra personale riflessione.

Traccia di riflessione: Il Padre non ci condanna per i nostri peccati, ma ci chiede di non peccare più. Nessun uomo è escluso dall'amore perdonante di Dio. Siamo consapevoli del perdono che Dio ci dona costantemente? Ci facciamo riempire da questo perdono preveniente che il Padre ci dona? Andiamo con fiducia da lui per accogliere il perdono che gratuitamente ci offre?

 

Quinto momento: La condivisione comunitaria

Se avete deciso di vivere insieme ad altri i primi tre momenti (in modo residenziale), scambiate con loro la vostra riflessione.

Al termine della vostra condivisione, accedete al blog noiabbiamolamentedicristo.blogspot.com e inserite un commento alla scheda del giorno in modo da favorire l’arricchimento spirituale di tutti coloro che partecipano alla Settimana Biblica Online.

 

Sesto momento: Liturgia delle Ore

Siamo giunti al momento conclusivo della Giornata. Accedete al sito www.liturgiadelleore.it che vi proporrà il testo della Liturgia delle Ore corrispondenti all’ora in cui effettuate l’accesso. Sarà un momento di preghiera vissuto in comunione non solo con i partecipanti alla Settimana Biblica Online, ma con la Chiesa Universale.

Commenti

  1. Pubblico il commento ricevuto via Wa da Roberto.

    Dio non ci condanna, ma ci chiede un cambio di vita, la conversione. Questa sua richiesta però non è una condizione per ottenere il perdono: il perdono arriva prima. La conversione è la condizione per la nostra salvezza o, mi viene da dire, meglio ancora: è la condizione per la nostra felicità. La conversione è una cosa che riguarda noi, mentre il perdono arriva da Lui e arriva anche senza conversione. Immagino la scena descritta nel Vangelo di Luca: i peccatori rivolgevano a lui lo sguardo e lo ascoltavano, tanto bastava perché Gesù li accogliesse con lui. Immagino che, dopo l'incontro con Gesù, non tutti avranno cambiato vita e di certo qualcuno (il terreno sassoso) sarà ricaduto nella condizione di prima. Eppure sono certo che Dio è sempre pronto a perdonare ed accogliere di nuovo. A questo punto mi pongo però una domanda: il perdono è certamente gratuito, ma è anche "sordo e cieco"? Mi spiego: Dio è sempre pronto al perdono ma questo può mai arrivare a chi non si pone quanto meno in una posizione di ascolto, come hanno fatto i pubblicani ed i peccatori? Quindi il perdono è sì gratuito, ma una condizione c'è: il volgere lo sguardo a Dio ed ascoltarlo.

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    1. Roberto, i tuoi dubbi avranno una risposta nelle prossime schede.

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  2. Pubblico il commento di Michela che ho ricevuto via wa.

    La mia riflessione si è concentrata sul primo versetto perché i peccatori si avvicinavano a Lui? Perché un peccatore così diametralmente opposto al Giusto viene attirato per ascoltare le sue parole?
    Il Signore Gesù si è presentato a loro mostrando la gioia e la Pace che solo la Grazia ti concede.
    Gesù li ha già pensati liberi da quei peccati e ritornati alla prima bellezza, non ha guardato ai loro peccati.
    Ecco che questi poveri peccatori, noi poveri peccatori, siamo attirati dalla Luce di Gesù per ascoltare e ricevere la Bellezza del suo perdono che ci rigenera e ci fa tornare ad essere Figli del Padre.
    Ce lo ha detto e ci rincuora ricordarcelo "Non sono venuto per i sani ma per i malati". Così ci ha promesso la guarigione.
    Un uomo pecca per la sua debolezza e il peccato lo rende sempre più debole. La misericordia di Dio non solo lo accoglie e perdona, ma lo allontana dal peccato e come un medico, lo guarisce.
    C'è una condizione, l'unica richiesta: la fiducia.
    I peccatori dopo aver incontrato Gesù si sono sentiti perdonati e hanno messo la loro vita nelle sue mani, tanti di loro hanno cambiato vita... non so se farisei e scribi hanno fatto la stessa cosa, penso di no, se mormoravano contro di Lui è perché non si fidavano. Forse si fidavano solo di se stessi.

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    1. Sulla necessità o meno di una condizione umana per accedere alla grazia divina è un tema che sarà approfondito nei prossimi giorni.

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  3. Sono Antonella.
    Ho riflettuto molto oggi, sia sul termine "peccato", sia sui pubblicani. Il peccato penso sia un allontanamento da Dio Padre che può essere momentaneo o per lungo tempo. Dio che fa, quando ci allontaniamo da Lui? Ci Ama di un Amore incommensurabile e cerca in tutti i modi di riattirarci a Sé. Ne ho avuta esperienza più volte, addirittura dandoci degli 'zuccherini", ossia delle Consolazioni evidenti. Il Signore vuole che noi torniamo a Lui, ma dobbiamo lasciare quel o quei peccati che ci frenano nell'andare verso il Padre Misericordioso. Nella 1* Lettera di S. Giovanni Apostolo, 5, 1 e ss, l'Apostolo c'invita ad una Fede intensa di Amore che ci porta ad Amare anche l'assassino,, il ladro, il vizioso, il ricco oppressore, perché Gesù è morto emettendo dal Costato Sangue ed Acqua, non solo Acqua, per la Salvezza di tutti gli uomini, di tutta l'umanità di tutti i tempi. Il carcere per essi è come la vita per noi: siamo tutti peccatori, chi più e chi meno, ma il carcere e la vita di ognuno è una lunga salita verso la Salvezza! Se siamo davvero figli di Dio e peccatori, tutti, anche l'assasino si potrà salvare se deponerà il peccato grave commesso.
    Penso anche a Don Oreste Benzi, per me già un Santo! Lui andava in cerca delle prostitute ( i pubblicani) per dare loro la possibilità di Convertirsi e di cambiar vita, attraverso un lavoro onesto e donando loro una Dignità nuova, quella di essere figlie di Dio. Anche prima lo erano, certo, ma la Conversione radicale cambia la Vita in Toto! Alleluia! Grazie Signore di Misericordia!

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  4. Sono Paola. Ringrazio il Signore ogni giorno per la misericordia divina che non ha uguali su tutta la faccia della terra e di cui gratuitamente fruisco ogni giorno ,confidando di superare le mie mancanze. Riflettendo sullo " stare" di Gesù, tra peccatori come noi lui sta con Amore. Le sue parole toccano le corde del nostro cuore incoraggiandoci a cambiare atteggiamento. Ci invita alla Mensa per stare con noi e renderci come lui. In questo tempo di vacanza si approfitta ad incontrare tutti gli amici e parenti, a volte non tutti sono in pace, mi sropongo di stare con tutti loro, nessuno escluso, come starebbe Gesù, amando.

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    1. Paola, dici che la misericordia di Dio non ha eguali sulla terra. Ma, con tutti i nostri limiti, a noi è stato affidato il compito di vivere la misericordia in pienezza. Lo stesso vangelo di Luca ci pone questo meraviglioso obiettivo: "Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso" (Lc 6,36).

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