II SETTIMANA BIBLICA ONLINE - 11 AGOSTO 2019 - SETTIMO E ULTIMO GIORNO


II SETTIMANA BIBLICA ONLINE

11 AGOSTO 2019


IN CAMMINO VERSO GERUSALEMME

Settimo giorno



Primo momento: Preghiera iniziale

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.


1Dio dei padri e Signore della misericordia, che tutto hai creato con la tua parola, 2e con la tua sapienza hai formato l'uomo perché dominasse sulle creature che tu hai fatto, 3e governasse il mondo con santità e giustizia ed esercitasse il giudizio con animo retto, 4dammi la sapienza, che siede accanto a te in trono, e non mi escludere dal numero dei tuoi figli, 5perché io sono tuo schiavo e figlio della tua schiava, uomo debole e dalla vita breve, incapace di comprendere la giustizia e le leggi. 6Se qualcuno fra gli uomini fosse perfetto, privo della sapienza che viene da te, sarebbe stimato un nulla… 9Con te è la sapienza che conosce le tue opere, che era presente quando creavi il mondo; lei sa quel che piace ai tuoi occhi e ciò che è conforme ai tuoi decreti. 10Inviala dai cieli santi, mandala dal tuo trono glorioso, perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica e io sappia ciò che ti è gradito. 11Ella infatti tutto conosce e tutto comprende: mi guiderà con prudenza nelle mie azioni e mi proteggerà con la sua gloria (Sapienza 9,1-6.9-11).


Maria, Sede della Sapienza, prega per noi.

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.



Secondo momento: La Parola di Dio

SALMO 134: BENEDITE IL SIGNORE.


Il testo

1 Canto delle salite.

Ecco, benedite il Signore,
voi tutti, servi del Signore;
voi che state nella casa del Signore
durante la notte.


2 Alzate le mani verso il santuario
e benedite il Signore.

3 Il Signore ti benedica da Sion:
egli ha fatto cielo e terra.



Terzo momento: Commento teologico-esegetico

La fraternità è luogo della benedizione di Dio. Sia nel senso che la comunione concorde è frutto della benedizione di Dio, sia nel senso che è lo spazio, o la condizione per riconoscere e assaporare la presenza benedicente di Dio in mezzo a noi. Solamente se si è radunati nella concordia fraterna si può riconoscere il volto di un Dio che ci è Padre e chiamandoci suoi figli ci rende tra noi fratelli. Questa benedizione di Dio viene in particolare invocata e celebrata nell’ultimo Salmo della collezione, il Salmo 134, il più breve tra i quindici, uno dei più brevi dell’intero Salterio. Possiamo riconoscere in esso un vero e proprio dialogo liturgico. Nella prima strofa, più lunga (vv. 1-2), c’è l’invito a benedire il Signore rivolto ai suoi servi, che rimangono nel tempio anche durante le notti. Nella seconda strofa, brevissima, c’è in risposta la benedizione del Signore che in suo nome viene impartita sui pellegrini da uno dei sacerdoti del tempio: «Da Sion ti benedica il Signore, che ha fatto cielo e terra». Incontriamo così l’essenza del dialogo tra Dio e il suo popolo, in particolare di quel dialogo che si instaura ogni volta che celebriamo una liturgia: noi benediciamo il Signore e il Signore ci benedice. O meglio, la parola e la benedizione di Dio vengono prima e sempre ci precedono: noi rispondiamo al Signore ringraziando e benedicendo perché riconosciamo i suoi doni nella nostra vita, e Dio in risposta ci benedice di nuovo. Sua è dunque la prima e l’ultima parola del dialogo, e la nostra voce è tutta ricompresa e custodita da questa sua parola che ci precede, ci accompagna, ci segue.



Osserviamo ora più da vicino la dinamica di questo dialogo. Questa aurora di Dio, verso la quale il pellegrino è invitato a tendere le mani, è segno non solo di benedizione, ma di attesa e di offerta. Il tendere le braccia verso l’alto, verso Dio, è un gesto che esprime l’atteggiamento interiore di colui che presenta un’offerta, con la consapevolezza che l’amore con cui Dio in modo preveniente benedice la mia vita mi sollecita a presentare a lui in offerta tutto ciò che sono. Queste braccia tese offrono me stesso a Dio. Inoltre il gesto delle mani ricorda che tutto il mio corpo prega, ed è luogo di benedizione: la mia benedizione che sale a Dio e la benedizione di Dio che scende su di me. In ogni mio gesto, in ogni mia scelta, in ogni mia azione, sono chiamato a diventare benedizione di Dio.
Nella simbologia biblica, inoltre, le braccia sono il simbolo corporeo dell’agire umano. Queste braccia alzate e tese nella benedizione di Dio ricordano allora che ciò che vivo e celebro nel culto e nella liturgia del tempio, deve diventare, senza alcuna separazione, ciò che sono chiamato a celebrare nella liturgia della vita. Possiamo ora ricordare una pagina incisiva del profeta Isaia: "Smettete di presentare offerte inutili, l'incenso e un abominio per me; noviluni, sabati, assemblee sacre, non posso sopportare delitto e solennità. I vostri noviluni e le vostre feste io detesto, sono per me un peso; sono stanco di sopportarli. Quando stendete le mani, io allontano gli occhi da voi. Anche se moltiplicate le preghiere, io non ascolto. Le vostre mani grondano sangue (Is 1,13-15). Le mani che si tendono verso il Signore nella benedizione non possono che impegnarsi nello stesso tempo a operare gesti di bene, a dire il bene con le loro azioni.



A questa benedizione dell’uomo nella seconda strofa del Salmo risponde la benedizione di Dio. Notiamo innanzitutto anche qui il gioco tra plurale e singolare che abbiamo incontrato quasi sempre negli altri Salmi. Ora però la dinamica risulta capovolta. Infatti, nei Salmi precedenti di solito il Salmo iniziava con la prospettiva molto intima dell’incontro personale con il Signore per allargarsi in conclusione al popolo intero. Nel Salmo 134 accade il contrario: inizia con un plurale che evoca la preghiera corale dell’intero popolo: «Benedite il Signore, voi tutti, servi del Signore». L’invito alla benedizione è per tutti. Alla fine, quando è il Signore a benedire, si passa invece alla seconda persona singolare: «Da Sion ti benedica il Signore». Proprio te. Questo singolare ricorda che la benedizione del Signore è personale, conosce il bisogno e il bene di ciascuno e raggiunge ciascuno nella sua peculiare necessità. L’amore di Dio è universale, per tutti, ma non massificante e impersonale: a ciascuno si manifesta secondo il suo personale bisogno.
È inoltre importante l’ultima battuta con cui il Salmo si chiude: «il Signore, che ha fatto cielo e terra». Abbiamo visto come il Salmo celebri il dialogo tra l’uomo e Dio; occorre però non dimenticare che questo dialogo non è alla pari, tra due interlocutori sullo stesso piano. Le voci sono disuguali, come lo sono gli interlocutori. L’uomo benedice Dio, esprimendo in parole la sua gratitudine; non può andare al di là di alcune parole che esprimono la sua profonda intimità. Invece, quando Dio benedice, a pronunciare una parola è Colui che con la sua parola "ha fatto il cielo e la terra". Qualsiasi benedizione di Dio ha qualcosa di genesiaco: è un dire attivo, creatore.
Con questa parola efficace di benedizione, capace non solo di dire il bene, ma di porlo in essere, trasformando anche il luogo del male e di peccato nel luogo di un bene rinnovato, si conclude il Salmo 134 e con esso l’intera collezione dei Salmi di pellegrinaggio. Questo Salmo è il punto finale del cammino e il suo suggello: il vero traguardo cui il pellegrino tende nel suo cammino. Come abbiamo visto, il punto di partenza era costituito dal Salmo 120, con il lamento dell’esule che sperimenta su di sé la violenza di parole cattive, che dicono il male. «Signore, libera la mia vita dalle labbra di menzogna, dalla lingua ingannatrice», questa era stata la supplica iniziale. Alla fine del pellegrinaggio questa invocazione si è trasformata nella lode e nel ringraziamento di chi sperimenta su di sé la parola di Dio che invece dice sempre il bene, il mio bene, e dicendolo lo crea.
Possiamo anche aggiungere una seconda considerazione: non solo noi subiamo la violenza della lingua ingannatrice; ma talora noi stessi ce ne rendiamo protagonisti, quando le nostre stesse labbra possono pronunciare parole di menzogna o di calunnia. Alla fine del viaggio il pellegrino sperimenta che la sua stessa lingua è stata purificata, trasformata dall’incontro con il Signore. Ora anch’egli non ha sulle labbra che parole di benedizione, di lode, di ringraziamento. E benedicendo il suo Dio imparerà un po’ alla volta anche a benedire il suo prossimo nella liturgia della vita (cf. Gc 3,1-12).
Alla fine del cammino la lingua è stata purificata per diventare capace di dire parole di bene, l’orecchio è stato aperto per ascoltare il bene che Dio dice su di noi. La preghiera è sempre contemporaneamente un’esperienza di purificazione della lingua e di apertura degli orecchi.
L’orecchio aperto all’ascolto della Parola di Dio purifica le nostre labbra e anche il nostro agire, perché le braccia che si tendono verso Dio nella preghiera di benedizione saranno capaci poi di tendersi anche verso gli altri nell’amore. Così questa esperienza di benedizione ci conduce nella più autentica pace che questi Salmi ci insegnano a desiderare per noi e per tutti; quella pace che il pellegrino cerca, invoca e per la quale si impegna a lottare salendo verso Gerusalemme, la città della pace, o la visione di pace, come si può anche intendere il suo nome. Visione di pace perché contemplando in Gerusalemme la presenza di Dio dobbiamo imparare a vedere ogni altra realtà nella pace voluta dal Dio creatore del cielo e della terra.


Quarto momento: La riflessione personale

Dedicate almeno mezzora alla vostra personale riflessione.

Traccia di riflessione: La benedizione del Signore deve essere innalzata ogni giorno nella preghiera. Riusciamo a testimoniarla verso i fratelli? Anche nei momenti difficili della nostra vita?   

  

Quinto momento: La condivisione comunitaria

Se avete deciso di vivere insieme ad altri i primi tre momenti (in modo residenziale), scambiate con loro la vostra riflessione.
Al termine della vostra condivisione, accedete al blog noiabbiamolamentedicristo.blogspot.com e inserite un commento alla scheda del giorno in modo da favorire l’arricchimento spirituale di tutti coloro che partecipano alla Settimana Biblica Online. Ricordo sempre di firmare il proprio commento per non restare "anonimi".


Sesto momento: Liturgia delle Ore

Siamo giunti al momento conclusivo della Giornata. Accedete al sito www.liturgiadelleore.it che vi proporrà il testo della Liturgia delle Ore corrispondenti all’ora in cui effettuate l’accesso. Sarà un momento di preghiera vissuto in comunione non solo con i partecipanti alla Settimana Biblica Online, ma con la Chiesa Universale.


Commenti

  1. Grazie professore per il cammino proposto in questa seconda settimana biblica online. I bellissimi salmi ascensionali scelti e i loro commenti, come parole di luce, hanno rinsaldato in me il senso della vita e la piena consapevolezza che Dio è Amore: mi ha creata a sua immagine e somiglianza, mi ha colmata di doni, veglia su di me, cammina al mio fianco e, nei momenti bui, che non sono pochi, mi porta in braccio. Grandi cose ha fatto e continua a fare per me il Signore e non mi stancherò mai di benedirlo, di lodarlo, di ringraziarlo e di confidare in Lui. Nel pellegrinaggio della vita, nutrita della sua Parola, il mio cuore possa diventare la città della pace e testimoniare la gioia vera, la pace in me stessa, con Dio e con i fratelli. Fernanda

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