II SETTIMANA BIBLICA ONLINE - 07 AGOSTO 2019 - TERZO GIORNO
II
SETTIMANA BIBLICA ONLINE
07
AGOSTO 2019
IN CAMMINO
VERSO GERUSALEMME
Terzo
giorno
Primo momento:
Preghiera iniziale
Nel
nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
1Dio dei padri e Signore della misericordia, che tutto hai
creato con la tua parola, 2e con la tua sapienza hai formato l'uomo
perché dominasse sulle creature che tu hai fatto, 3e governasse il
mondo con santità e giustizia ed esercitasse il giudizio con animo retto, 4dammi
la sapienza, che siede accanto a te in trono, e non mi escludere dal numero dei
tuoi figli, 5perché io sono tuo schiavo e figlio della tua schiava,
uomo debole e dalla vita breve, incapace di comprendere la giustizia e le
leggi. 6Se qualcuno fra gli uomini fosse perfetto, privo della
sapienza che viene da te, sarebbe stimato un nulla… 9Con te è la
sapienza che conosce le tue opere, che era presente quando creavi il mondo; lei
sa quel che piace ai tuoi occhi e ciò che è conforme ai tuoi decreti. 10Inviala
dai cieli santi, mandala dal tuo trono glorioso, perché mi assista e mi
affianchi nella mia fatica e io sappia ciò che ti è gradito. 11Ella
infatti tutto conosce e tutto comprende: mi guiderà con prudenza nelle mie
azioni e mi proteggerà con la sua gloria (Sapienza 9,1-6.9-11).
Maria,
Sede della Sapienza, prega per noi.
Nel
nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
Secondo momento: La
Parola di Dio
SALMO 124: IL
"DIO PER NOI"
Il testo
1 Canto delle salite. Di Davide.
Se il Signore non fosse stato per noi
- lo dica Israele -,
2 se il Signore non fosse stato per noi,
quando eravamo assaliti,
3 allora ci avrebbero inghiottiti vivi,
quando divampò contro di noi la loro collera.
4 Allora le acque ci avrebbero travolti,
un torrente ci avrebbe sommersi;
5 allora ci avrebbero sommersi
acque impetuose.
6 Sia benedetto il Signore,
che non ci ha consegnati in preda ai loro denti.
7 Siamo stati liberati come un passero
dal laccio dei cacciatori:
il laccio si è spezzato
e noi siamo scampati.
8 Il nostro aiuto è nel nome del Signore:
egli ha fatto cielo e terra.
Terzo momento:
Commento teologico-esegetico
Giunti a Gerusalemme, la città di Dio, il pensiero del
salmista ritorna a tutte quelle volte in cui il Signore è intervenuto per
salvare il suo protetto. Il Salmo 124, che ha una dimensione atemporale ed
universale, vuole essere un canto paradigmatico, in cui si condensano le
esperienze di angoscia e di salvezza che hanno attraversato la vita dell'orante
e che attraversano l'esistenza di ogni uomo.
Il corpo del Salmo 124 inizia con un invito ripetuto
due volte alla proclamazione (vv. 1b-2). La ripetizione tende a sottolinearne
la drammaticità e l'urgenza. Se il Signore non fosse stato a fianco dei suoi
fedeli davanti al pericolo mortale, cose terribili sarebbero accadute. L'inizio
è brusco, non preparato da una frase introduttiva. Si tratta di un accorgimento
stilistico di grande efficacia: c'è un che di violento e di sconcertante in
questo modo di iniziare. L'esclamazione accorata esprime tutto il sollievo per
essere scampati alla morte, e l'angoscia attraversata e vinta si sfoga in un
grido che ripete un'impossibile evenienza che pure era sembrata tanto reale e
tanto spaventosa. il salmista ora può contemplare con serenità la visione
terrificante, perchè Dio non abbandona il suo protetto in balìa del male. Il
credente può esserne certo e ripeterlo nella gioia: Il Signore c'è, schierato
dalla sua parte, un eterno "Dio per noi". La sua indiscutibile
fedeltà non viene mai meno.
L'inizio del Salmo fornisce una
interessante definizione di Dio. Nell'intento di esprimere la terribile
esperienza vissuta, il salmista esprime, in assurdo, la possibilità
dell'assenza di Dio. Ma lo fa attraverso una espressione un po' strana che
possiamo letteralmente tradurre "Se
il Signore non fosse stato Colui che è per noi" (cf. anche Gen 31,42;
Sal 56,10; 1Sam 17,46). Il Signore è "per noi", "dalla nostra
parte", "in nostro favore". Il senso è chiaro: definendo Dio
come "Colui che è per noi" si vuole esprimere una relazione di
orientamento e di vicinanza, un legame molto stretto in cui essere per l'altro
vuol dire assumerne la difesa, lottare in suo favore, schierarsi dalla sua
parte facendosi carico della sua situazione e di tutta la sua esistenza.
"Se il Signore non fosse stato": la nostra fede viene messa a
dura prova nelle difficoltà. E' questo il punto nodale di tutta l'esperienza di
fede, per questo lo si ripete. Il credente non deve dimenticare. Nelle
situazioni difficili della vita sembra di essere perduti; ma proprio allora facciamo
esperienza della presenza del Signore, di "Colui che è per noi". La
ripetizione è finalizzata a rafforzare la fede. Nella lode siamo invitati a
proclamare per sempre l'eterna verità del Signore come "Dio per noi".
"Nell'ergersi contro di noi di un uomo": il nemico, da cui il
Signore ci salva, è adam, "un
uomo". Il termine è generico e indica collettivamente l'uomo, l'umanità,
ma nella sua dimensione creaturale e mortale, lì dove si rivela la sua
strutturale fragilità e caducità (come suggerisce il diretto riferimento a adama, "la terra", da cui
l'essere umano è stato tratto). Il Salmo 124 definisce il nemico con il nome adam. Non siamo in presenza di una
nazione potente, di un esercito agguerrito e ben equipaggiato. Invece, questi
aggressori sono sì violenti, si ergono contro il credente per distruggerlo, ma
sono solo uomini mortali, segnati nel loro stesso nome dalla loro origine e dal
loro destino di terra, uomini che uccidono, ma che sono destinati a morire.
Questa prima strofa del Salmo era cominciata con yhwh e la celebrazione della sua presenza salvifica, e ora termina
con un adam pericoloso ed aggressivo,
che nella sua forma al singolare, perchè collettivo, fa da contrasto ancora più
netto con la menzione di Dio.
Introdotta ciascuna dalla congiunzione
"allora", ripetuta tre volte, il salmista descrive la tragedia che si
stava abbattendo sul popolo. Come chi ha attraversato la morte e ne è uscito
vivo, il salmista si sofferma a rievocare la visione terrificante di quel
pericolo senza scampo a cui tutti sono invece prodigiosamente sfuggiti. Per tre
volte, il numero della compiutezza, si esordisce con quell' "allora"
martellante e si indugia sulla crudezza delle immagini: belve mostruose, fuoco
divorante, acque travolgenti. Non è solo la morte in quanto tale ad essere
evocata, ma la morte nelle sue dimensioni più crudeli, dolorose, angoscianti.
I vv. 6-7 del Salmo 124 celebrano la
liberazione operata dal Signore. Il Signore non può permettere la morte dei
suoi fedeli, non può lasciare che la belva divori i suoi santi e che l'acqua impetuosa
li travolga. Il salmista si apre così alla benedizione e al canto liberante che
rievoca la fine dell'incubo: il laccio è stato spezzato, l'uccello imprigionato
è volato via. E' l'esperienza della salvezza insperata, che tocca l'uomo quando
ormai sembra sia giunta la fine e il laccio letale stringe e la trappola
imprigiona, senza lasciare possibilità di scampo. Ma l'esperienza del salmista
e di ogni credente è che il Signore è un Dio che non vuole la morte, e strappa
le maglie della rete intervenendo con atti di salvezza che vanno sempre al di
là di ogni umana aspettativa e speranza. Ci si apre così alla lode e alla
benedizione.
La celebrazione della salvezza ricevuta
si esplicita, nel v. 6, in una formula di benedizione che dà al Salmo una
fisionomia innica: "Benedetto il
Signore", seguito dalla motivazione "che non ci ha dati...". Il Signore è Colui che è per noi e si
manifesta tale nella concretezza dell'evento salvifico; la preda è strappata al
predatore. Da questa esperienza di Dio scaturisce il bisogno riconoscente di
lodarlo e di proclamare la sua verità di Signore buono operante il bene. La
benedizione si presenta così come la risposta dell'uomo ai "benefici"
di Dio: Dio fa il bene, dona la sua grazia, si manifesta per ciò che è, e
l'uomo risponde dicendo bene di Dio e celebrandone la bontà.
La liberazione è descritta al v. 7
mediante una nuova immagine, quella dell'uccello che viene preso nella trappola
ma poi riesce inspiegabilmente a fuggire. Se il Signore non interviene e non
mostra il suo volto di "Dio-per-noi", per l'uomo è la fine. Alla
morte, solo Dio può rispondere, e il credente ne dà testimonianza.
Il Salmo 124 termina con una formula di fiducia e di fede
incondizionata nel Dio potente che ha creato il mondo (v. 8). Il nome santo di
Dio proclamato all’inizio come “Colui che è per noi” viene ancora pronunciato,
al termine del canto, per affermarne la forza salvifica e creatrice. Perché il
Dio che aiuta i suoi fedeli è il Signore del mondo, creatore del cielo e della
terra, e dominatore del cosmo. Salvezza e creazione, natura e storia si
incontrano e si intrecciano in un unico progetto di vita.
Il versetto conclusivo del Salmo si apre così ad una
dimensione universale. Qui il Salmo 124 presenta, nella formula conclusiva, il
nome di Dio: “il nostro aiuto è nel nome
del Signore”. L’azione salvifica di Dio è come concentrata nel “nome”
divino, in una realtà di manifestazione e rivelazione che già all’inizio del
Salmo si era posta come premessa di tutto: “Colui che è per noi” è il Dio che
salva, è quello il titolo divino con cui il salmista sta celebrando il
manifestarsi dell’unico nome in cui è possibile trovare aiuto. Il nome,
infatti, segnala la persona, ne incarna la forza e la fama, e ne rivela la
personalità e le caratteristiche; il “nome del Signore” è dunque portatore
della potenza divina, ne indica la presenza e ne manifesta la gloria, fino a
designare, in una sorta di sostituzione, la persona stessa di Dio. Solo
invocando il nome di Dio si può essere salvi, e solo da quel nome e confidando
in quel nome è possibile avere salvezza. Il “Dio per noi” è il “nostro aiuto”
che interviene e che salva.
Dio è il Signore incontrastato della storia ma anche
il creatore potente, “che fa cielo e
terra” , cioè di tutto quanto esiste. I credenti, nel Salmo 124, sono
davanti alla morte; gli amici di Dio stanno per essere distrutti ed annientati.
Proprio questa prossimità della fine apre la fede ad una nuova realtà, quella
della vicinanza e della presenza del Signore della creazione, un Dio eterno e potente
che non può venire meno. Così, nell’esperienza della morte prossima, il
credente scopre il Signore della vita; nel nulla e nella perdita di tutto,
riconosce Dio come creatore di tutto.
L’esperienza di liberazione che il salmista proclama
nel Salmo 124 è il destino che Dio offre ad ogni credente, secondo un progetto
di creazione e salvezza che risale a quel tempo dell’origine che apre la storia
all’eternità, in un dono di vita che è “da sempre”, e perciò anche “per
sempre”.
Quarto momento: La
riflessione personale
Dedicate
almeno mezzora alla vostra personale riflessione.
Traccia di
riflessione:
Facciamo esperienza del "Dio per noi" nella nostra vita? Facciamo
memoria dei suoi doni nei momenti difficili? Viviamo nell'attesa
dell'intervento futuro di Dio nella nostra esistenza o ci facciamo travolgere
dagli eventi?
Quinto momento: La
condivisione comunitaria
Se
avete deciso di vivere insieme ad altri i primi tre momenti (in modo
residenziale), scambiate con loro la vostra riflessione.
Al
termine della vostra condivisione, accedete al blog
noiabbiamolamentedicristo.blogspot.com e inserite un commento alla scheda del
giorno in modo da favorire l’arricchimento spirituale di tutti coloro che
partecipano alla Settimana Biblica Online. Vi ricordo di firmare sempre i vostri commenti.
Sesto momento:
Liturgia delle Ore
Siamo
giunti al momento conclusivo della Giornata. Accedete al sito www.liturgiadelleore.it che vi
proporrà il testo della Liturgia delle Ore corrispondenti all’ora in cui
effettuate l’accesso. Sarà un momento di preghiera vissuto in comunione non
solo con i partecipanti alla Settimana Biblica Online, ma con la Chiesa
Universale.
Nella mia vita riesco a vedere il Dio per noi e a vedere il signore che mi è vicino noto però che se riesco ad essere costante nella preghiera personale anche nei momenti difficili riesco a non farmi sopraffare dagli eventi negativi
RispondiEliminaFatiche quotidiane quando questo manca invece non riesco neanche a fare memoria. Grazie a Dio però Lui si fa presente con gli amici nella fede che mi aiutano a fare memoria di ciò che Dio compie per me e mi aiutano a vivere la speranza. È il rapporto quotidiano con la parola la roccia sulla quale appoggiare la giornata ....quando questo rapporto non c'è cado nella tristezza.
Il Dio per noi è fedele alla sua scelta di amare ognuno di noi. Nonostante tutto. È questa lafede che ci deve sempre sostenere.
EliminaLa strada tracciata per affrontare ogni difficoltà è voltarmi indietro e scoprire la presenza del Signore sul mio cammino - fare memoria - . Riuscire a vedere le meraviglie di Dio nella nostre vite consente a ciascuno di fare esperienza del "Dio per noi", del Padre Buono che non abbandona mai i suoi figli. A volte mi pesa il suo Silenzio, o così mi appare, ma trovare rifugio nella Sua Parola è il migliore antidoto alla durezza del mio cuore, alla mia incapacità di lasciarmi abitare da Lui.
RispondiEliminaAlessandra
Alessandra, mi piace il tuo accostamento: Silenzio di Dio/Parola di Dio. In questo parallelismo troviamo la risposta ai momenti difficili quando Dio ci sembra assente, lontano. La sua Parola è sempre lì, ad aprirci nuovi orizzonti di speranza.
EliminaFacciamo esperienza del "Dio per noi" tutte le volte che cerchiamo di interpretare un avvenimento positivo o negativo, attraverso la preghiera e ne scopriamo il senso.
RispondiEliminaNei momenti difficili non ho mai fatto esperienza di interventi strabilianti , da parte del Signore, piuttosto di meravigliosamente silenziosi.
Carissimo, per avere una relazione personale, puoi inserire il tuo nome? Grazie. Giancarlo
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