IV Settimana Biblica Online - Secondo giorno

 

IV SETTIMANA BIBLICA ONLINE

03 AGOSTO 2021

LE ULTIME SETTE PAROLE DI GESU' DALLA CROCE

 

Seconda Parola

Oggi sarai con me in paradiso

 



 

Primo momento: Preghiera iniziale

 

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Amen.

 

1Dio dei padri e Signore della misericordia, che tutto hai creato con la tua parola, 2e con la tua sapienza hai formato l'uomo perché dominasse sulle creature che tu hai fatto, 3e governasse il mondo con santità e giustizia ed esercitasse il giudizio con animo retto, 4dammi la sapienza, che siede accanto a te in trono, e non mi escludere dal numero dei tuoi figli, 5perché io sono tuo schiavo e figlio della tua schiava, uomo debole e dalla vita breve, incapace di comprendere la giustizia e le leggi. 6Se qualcuno fra gli uomini fosse perfetto, privo della sapienza che viene da te, sarebbe stimato un nulla… 9Con te è la sapienza che conosce le tue opere, che era presente quando creavi il mondo; lei sa quel che piace ai tuoi occhi e ciò che è conforme ai tuoi decreti. 10Inviala dai cieli santi, mandala dal tuo trono glorioso, perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica e io sappia ciò che ti è gradito. 11Ella infatti tutto conosce e tutto comprende: mi guiderà con prudenza nelle mie azioni e mi proteggerà con la sua gloria (Sapienza 9,1-6.9-11).

 

Maria, Sede della Sapienza, prega per noi.

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Amen.

 

 

Secondo momento: La Parola di Dio

 

 Il testo

Uno dei malfattori appesi alla croce, lo insultava: ‘Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!’. L’altro invece lo rimproverava dicendo: ‘Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male’. E disse: ‘Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno’. Gli rispose: ‘In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso’” (Lc 23,39-43).

  

Terzo momento: Commento teologico-esegetico

 

Sulla croce, Gesù resiste alla triplice tentazione proveniente dai capi, dai soldati e da uno dei malfattori: “Salva te stesso!”. È un’eco della tentazione vissuta e vinta, un giorno, nel deserto (cf. Lc 4,1-13). Egli rifiuta il miraggio dell’autosalvezza, e solo dal Padre attende con fiducia l’intervento risolutore. Incarna, ancora una volta, il suo insegnamento: “chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, e chi perderà la propria  vita … la salverà” (Lc 9,24).

Tutta la scena presentata da Luca è occupata dai due malfattori. Mentre nei vangeli di Marco e di Matteo i due crocifissi in maniera indistinta insultano Gesù, soltanto in Luca viene presentata la scena che differenzia i due personaggi. Questa tecnica rientra nella prospettiva lucana che spesso presenta due figure antitetiche come Marta e Maria (Lc 10,38-42), il ricco e il povero Lazzaro (Lc 16,19-31), il fariseo e il pubblicano (Lc 18,9-14).

Uno dei due, in sintonia con il contesto, lo insulta. Il verbo adottato dall’evangelista, blasphemeō, significa “deridere”, “oltraggiare, ma anche “bestemmiare”. In questo caso l’atto di scherno da parte del crocifisso non è soltanto un’azione di derisione, ma diventa addirittura una bestemmia, vista la persona a cui essa è diretta. Il malfattore ne è consapevole e istiga Gesù, chiedendogli in virtù della sua identità messianica di salvare se stesso, ma anche loro.

La reazione del secondo non è soltanto diversa, ma addirittura antitetica. La dinamica delle parole corrisponde a un vero processo di conversione, in cui il crocifisso diventa il modello del peccatore pentito. Egli inizia a biasimare il suo “collega”, reazione che ricorda l’invito di Gesù ad ammonire il fratello quando pecca (Lc 17,3). Il rimprovero è motivato dal fatto che con gli insulti il delinquente mostra di non “temere Dio”. E’ questo l’atteggiamento religioso che contraddistingue nell’Antico Testamento l’uomo giusto dallo stolto e dall’empio. Egli è ancora più blasfemo visto che è condannato alla stessa pena.

Il secondo malvivente mostra consapevolezza di essere stato condannato giustamente per un colpa da lui commessa e di sapere che quella di Gesù è la condanna di un innocente. Giunto al termine della sua vita, egli si rivolge direttamente a “Gesù” col suo nome (unico caso nel vangelo di Luca), chiedendogli di “ricordarsi” di lui. Tale termine appartiene al vocabolario della preghiera giudaica nella quale l’orante si rivolge a Dio perché intervenga a suo favore. Il malfattore non soltanto confessa la sua colpevolezza, ma manifesta la sua incondizionata fiducia, riconoscendogli il ruolo messianico, a differenza degli altri che lo prendono in giro proprio per le sue pretese.

La parola solenne di promessa che risponde all’umile e confidente richiesta del malfattore pentito – “In verità ti dico, oggi sarai con me nel Paradiso” – è il culmine del racconto lucano. Chiude la serie degli scherni rivolti a Gesù, e opera un rovesciamento. È un anticipo, quasi, di risurrezione.

È la rivelazione d’una speranza certa, aperta a tutti, in qualsiasi condizione di lontananza dal Padre ci si possa trovare. Rivelazione plastica, nella concretezza dell’ultimo rapporto personale vissuto da Gesù con un uomo nella sua missione terrena, dell’infinita misericordia di Dio verso chi era perduto. La parabola del figliol prodigo e del Padre misericordioso, raccontata da Gesù nel capitolo 15 di Luca, diventa ora realtà nel dialogo tra Lui e il malfattore: “bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato” (Lc 15,32).

Se la richiesta del malvivente sembra riguardare una salvezza futura, Gesù gli assicura quella attuale. L’“oggi” rientra nella prospettiva del terzo vangelo il quale mostra come l’azione salvifica di Gesù non è potenziale e dilazionabile, ma efficace ed effettiva, come nell’annunci della nascita di Gesù: “Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore” (Lc 2,11) o nella sinagoga di Nazaret, quando Gesù afferma: “Oggi si è compiuta questa scrittura che voi avete ascoltato” (Lc 4,21) oppure, infine, nell’incontro con Zaccheo dove Gesù esclama: “Oggi per questa casa è venuta la salvezza” (Lc 19,9). Perfino nel momento che precede la morte si può chiedere perdono: Gesù è il messia che può concederlo anche a un condannato a morte pentito.

Mentre il malfattore chiede che Gesù si ricordi di lui quando entrerà nel “suo regno”, Gesù stesso gli promette la immediata condivisine del “paradiso”. Il termine greco paradeisos è di origine persiana e significa “giardino”, “recinto”. Nella traduzione greca dei Settanta viene ad indicare il giardino dell’Eden (Gen 2,8; Is 51,3). Dal contesto del racconto lucano si può evincere come il paradiso corrisponde al regno in cui vi è comunione piena e definitiva con Gesù, il Risorto.

Oggi, sarai con me in Paradiso”: la parola di Gesù apre uno squarcio sulla dimora di pace, di luce e di gioia – la casa del Padre –, nella quale egli sta per tornare. Ma non più da solo. Un uomo, un malfattore, è con lui.

Se "oggi" ci dice che la salvezza è imminente, anzi è già attuale, è anticipata e sperimentata per la fede in Gesù Salvatore, la specificazione "con me" ci chiarisce che il Paradiso agognato e atteso non è un luogo, non è possesso di cose. È comunione con Gesù e, per lui e in lui, col Padre.

Questa parola del Crocifisso dice che Gesù, e solo lui, è il futuro dell’uomo, di tutti gli uomini e di ciascun uomo.

 

 Quarto momento: La riflessione personale


Dedicate almeno mezzora alla vostra personale riflessione.

Traccia di riflessione: Dio, "Padre del Signore nostro Gesù Cristo", non è un Giudice a cui rendere conto delle nostre malefatte. E' un Dio che accoglie immediatamente i suoi figli in un tenero abbraccio di amore. Entrare in una relazione interpersonale con Gesù ci fa condividere la sua vita di Figlio. Significa entrare sin da ora nella comunione di amore trinitario. Facciamoci invadere da questo amore divino e tutta la nostra esistenza sarà trasformata!

  

Quinto momento: La condivisione comunitaria


Se avete deciso di vivere insieme ad altri i primi tre momenti (in modo residenziale), scambiate con loro la vostra riflessione.

Al termine della vostra condivisione, accedete al blog noiabbiamolamentedicristo.blogspot.com e inserite un commento alla scheda del giorno in modo da favorire l’arricchimento spirituale di tutti coloro che partecipano alla Settimana Biblica Online.

 

Sesto momento: Liturgia delle Ore


Siamo giunti al momento conclusivo della Giornata. Accedete al sito www.liturgiadelleore.it che vi proporrà il testo della Liturgia delle Ore corrispondenti all’ora in cui effettuate l’accesso. Sarà un momento di preghiera vissuto in comunione non solo con i partecipanti alla Settimana Biblica Online, ma con la Chiesa Universale.

 

Commenti

  1. Purtroppo, ancora oggi, molti cristiani hanno un’immagine di Dio che somiglia a quella di un giudice severo e spietato, al quale interessa solo stabilire le nostre colpe e punirci se siamo colpevoli. Il ladro pentito non aveva opere di bene da far valere, non aveva niente, ma si affida a Gesù, che riconosce come innocente, buono, così diverso da lui. È stata sufficiente quella parola di umile pentimento, per toccare il cuore di Gesù...
    Mi piace pensare al paradiso come all'abbracio con Dio, Amore infinito, e ci entriamo grazie a Gesù, che è morto in croce per noi. Dove c’è Gesù, c’è la misericordia e la felicità; senza di Lui c’è il freddo e la tenebra. Gesù vuole portarci nel posto più bello che esiste…
    Ogni volta che ci sentiamo peccatore, ossia sempre, possiamo guardare con fiducia l’uomo che pende dalla croce e dirgli: «Ricordati di me, quando sarai nel tuo regno».

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    Risposte
    1. Rosaria, grazie per la tua riflessione. Aggiungo solo una cosa. Il paradiso lo si vive stabilendo una relazione interpersonale con Gesù. Ma questa relazione la stiamo vivendo già ora. Per cui il paradiso è già a nostra disposizione.

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