IV Settimana Biblica Online - Quarto giorno

 

IV SETTIMANA BIBLICA ONLINE

05 AGOSTO 2021

LE ULTIME SETTE PAROLE DI GESU' DALLA CROCE

 

 

Quarta Parola

Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?




 

 

 

Primo momento: Preghiera iniziale

 

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Amen.

 

1Dio dei padri e Signore della misericordia, che tutto hai creato con la tua parola, 2e con la tua sapienza hai formato l'uomo perché dominasse sulle creature che tu hai fatto, 3e governasse il mondo con santità e giustizia ed esercitasse il giudizio con animo retto, 4dammi la sapienza, che siede accanto a te in trono, e non mi escludere dal numero dei tuoi figli, 5perché io sono tuo schiavo e figlio della tua schiava, uomo debole e dalla vita breve, incapace di comprendere la giustizia e le leggi. 6Se qualcuno fra gli uomini fosse perfetto, privo della sapienza che viene da te, sarebbe stimato un nulla… 9Con te è la sapienza che conosce le tue opere, che era presente quando creavi il mondo; lei sa quel che piace ai tuoi occhi e ciò che è conforme ai tuoi decreti. 10Inviala dai cieli santi, mandala dal tuo trono glorioso, perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica e io sappia ciò che ti è gradito. 11Ella infatti tutto conosce e tutto comprende: mi guiderà con prudenza nelle mie azioni e mi proteggerà con la sua gloria (Sapienza 9,1-6.9-11).

 

Maria, Sede della Sapienza, prega per noi.

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Amen.

  

Secondo momento: La Parola di Dio

  

Il testo

"Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: 'Eloì, Eloì, lemà sabacatàni?', che significa: 'Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?'" (Mc 15,33-34).

 

Terzo momento: Commento teologico-esegetico

 

Nel vangelo di Luca, l’esperienza del morire in croce è, per Gesù, l’esperienza limite del suo essere Figlio. Esperienza limite del suo amore, della sua fedeltà e obbedienza al Padre, della sua solidarietà e misericordia verso gli uomini. La stessa esperienza, nel racconto di Marco e di Matteo, è espressa, crudamente, dal grido dell’abbandono. In esso ci è rivelato il significato più profondo del morire di Gesù in quella condizione, come il Crocifisso. Marco, addirittura, riporta solo questa parola, tanto in essa vede concentrarsi la rivelazione del Padre, che accade sulla croce, nel volto straziato del Figlio.

La crocifissione non ha solo una rilevanza sociologica – come nella cultura greca e latina – quale morte comminata agli schiavi e ai peggiori criminali; ma ha anche – nella tradizione ebraica – una connotazione teologica. “L’appeso all’albero”, secondo la prescrizione del Deuteronomio  (cf. 21,22-23), è colui che s’è macchiato dei più gravi delitti contro la comunità dell’alleanza, e come tale è espulso da essa e maledetto da Dio. Proprio come morte del maledetto, la morte del Crocifisso – agli occhi di chi l’ha condannato – costituisce l’attestazione più chiara del fallimento della missione di lui e della sconfessione da parte di Dio stesso.

È in questo contesto che va colta l’esperienza che Gesù fa del suo morire alla luce del suo rapporto unico con Dio/Abbà. Come narrano Marco e Matteo, a partire dal Getsemani Gesù piomba nella solitudine più totale. Abbandonato ed anzi rigettato dalle folle che l’hanno prima osannato e seguito, rinnegato dagli apostoli, Gesù resta solo anche nel suo rapporto col Padre.

All'ora sesta, cioè a mezzogiorno, e fino all'ora nona, si diffonde una tenebra "su tutta la terra". Questa affermazione si collega alla tradizione profetico-apocalittica, nella quale la tenebra è un segno della fine e della catastrofe del giudizio: "In quel giorno - oracolo del Signore Dio - farò tramontare il sole a mezzogiorno e oscurerò la terra in pieno giorno!" (Am 8,9). Essa, pertanto, ha lo scopo di presentare la dimensione universale della croce di Gesù che si rivelerà manifestamente nell'atteso giudizio finale.

Il grido di Gesù, l'unica parola del Crocifisso in Marco, è il grido dell'abbandono di Dio. In realtà esso è una citazione della Scrittura; più precisamente è l'inizio del Salmo 22. Questo Salmo viene citato più volte nel racconto della Passione, pertanto è importante comprenderne il suo messaggio.

La citazione di Sal 22,1 potrebbe far concludere che Gesù sia morto nella disperazione. Tuttavia, la citazione riportata da Marco non è testuale. Invece di scrivere ‘azabtani, "abbandonare", i vangeli modificano il verbo e utilizzano la formula sabactani, che racchiude un leggero addolcimento e si potrebbe tradurre: "Perché mi hai lasciato solo?". Questa modifica va nel senso dell’espressione di una reale angoscia, ma non di disperazione.

Anche la valutazione teologica dell'intero Salmo porta ad escludere questa conclusione. Esso è, al tempo stesso, una lamentazione (vv. 1-22a) e un inno di ringraziamento (vv. 23-32). In mezzo alle due sezioni troviamo l'annuncio gioioso del salmista: "Tu mi hai risposto!" (v. 22b). La salvezza, operata da Dio e annunciata nell'inno di ringraziamento, viene presentata come un dono di vita eterna: "A lui si prostreranno quanti dormono sottoterra, davanti a lui si curveranno quanti discendono nella polvere; ma io vivrò per lui" (v. 30). Era inevitabile che la comunità cristiana leggesse la Passione di Gesù alla luce di questo Salmo in cui troviamo, come un bagliore folgorante, l'annuncio della risurrezione.

L'uomo Gesù ha realmente vissuto, davanti alla morte in croce, l'abbandono da parte degli uomini e da parte di Dio. Tuttavia, il Salmo 22 ci fa comprendere che il suo straziante grido di abbandono è anche la testimonianza della sua fedeltà a Dio, al Dio della vita che può fare salvezza anche nella morte.

Sebbene Gesù si senta abbandonato da Dio, egli non abbandona Dio neppure sulla croce. Il Salmo 22 ci offre una stupenda dichiarazione di fede del salmista, che Gesù avrà senz'altro ripetuto più volte dalla croce: "Elì atà, Elì atà, Elì atà, mio Dio tu sei, mio Dio tu sei, mio Dio tu sei" (v. 11).

Il grido di abbandono di Gesù è la rivelazione suprema di Dio, cioè definisce al massimo grado l’identità di Dio. Innanzitutto ci fa scoprire che “Dio non è così”, ossia non è come noi istintivamente ce lo immaginiamo. La sua onnipotenza è esclusivamente, rigorosamente, perfettamente l’onnidebolezza dell’amore, la sofferenza per amore. Dio è onnipotente unicamente nel senso che ama, comunque e sempre, senza condizioni che non siano quelle del bisogno dell’uomo. La sua onnipotenza consiste nell’abbassarsi fino a farsi peccato (2Cor 5,21): proprio perché ama, non ha paura di raggiungere gli uomini che si sono allontanati da Lui. Non ha paura neanche di apparire… il contrario di Dio. È debole e non potente, vinto e non vincitore, umile, abbandonato e non glorioso. La sua onnipotenza, la sua vittoria e la sua gloria stanno non nel dominare ma nel servire, non nell’affermarsi ma nell’affermare l’altro e nel donarsi all’altro.

Quando Gesù innalza il suo grido di abbandono, il Padre con il suo silenzio si abbandona a sua volta: esponendosi all’incomprensione e alla derisione, rinuncia a farsi valere per quello che è; rinuncia alle sue prerogative divine per amore nostro, a nostro vantaggio, affinché noi pure, a nostra volta, affermiamo la nostra identità donandoci agli altri nell’amore. Soltanto sulla croce si rivela a noi l’essere di Dio nelle sue radici profonde: una libertà assoluta, senza frontiere, libertà fino allo spogliamento di sé stesso per diventare il contrario di ciò che Dio sembra essere, libertà fino alla morte.

  

Quarto momento: La riflessione personale


Dedicate almeno mezzora alla vostra personale riflessione.

Traccia di riflessione: Sulla croce di Gesù abbiamo visto il punto più alto della umiltà di Dio. L'umiltà è il valore che siamo chiamati a vivere verso gli altri. Amare significare donare tutto se stessi, anche la nostra vita.

  

Quinto momento: La condivisione comunitaria


Se avete deciso di vivere insieme ad altri i primi tre momenti (in modo residenziale), scambiate con loro la vostra riflessione.

Al termine della vostra condivisione, accedete al blog noiabbiamolamentedicristo.blogspot.com e inserite un commento alla scheda del giorno in modo da favorire l’arricchimento spirituale di tutti coloro che partecipano alla Settimana Biblica Online.

  

Sesto momento: Liturgia delle Ore


Siamo giunti al momento conclusivo della Giornata. Accedete al sito www.liturgiadelleore.it che vi proporrà il testo della Liturgia delle Ore corrispondenti all’ora in cui effettuate l’accesso. Sarà un momento di preghiera vissuto in comunione non solo con i partecipanti alla Settimana Biblica Online, ma con la Chiesa Universale.

 

Commenti

  1. Parlare di umiltà oggi è abbastanza provocatorio. L'umile oggi è visto come un rassegnato, un perdente, uno che ha ben poche possibilità di fare sentire la sua voce. Ma sappiamo bene che l'umiltà non solo è una grande virtù umana, ma rappresenta il modo di agire di Dio stesso che si è chinato sull’umanità, si è fatto piccolo incarnandosi e si è umiliato fino a morire in croce, sancendo con la sua Resurrezione la vittoria definitiva dell'amore sull’egoismo.
    L’amore autentico, infatti, coincide in qualche modo con l’umiltà: uno stile di vita sobrio e solidale, relazioni all'insegna del dono di sé.
    Questo modo di concepire l’esistenza esclude a priori l’ambizione sfrenata, l’autoaffermazione, il desiderio di apparire, di mostrarsi, di essere sempre ai primi posti. Ciò che deve stare a cuore all’umile è stare al primo posto nel cuore di Dio e non sul piedistallo. Il buon Dio aiuti tutti noi a percorrere la via dell'umiltà e come dice Papa Francesco “Per essere grandi bisogna prima di tutto saper essere piccoli, umile, perché l’umiltà è la base di ogni vera grandezza”.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Rosaria, il tuo elogio dell'umiltà è stupendo. Paolo al secondo capitolo di Filippesi ne fa una approfondita analisi e la descrive attraverso il famoso Inno di Fil 2,5-11. Cristo è l'umile per eccellenza che dobbiamo imitare.

      Elimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

V SETTIMANA BIBLICA ONLINE - PRIMO GIORNO

V SETTIMANA BIBLICA ONLINE - SECONDO GIORNO

V SETTIMANA BIBLICA ONLINE - TERZO GIORNO