IV Settimana Biblica Online - Sesto giorno
IV
SETTIMANA BIBLICA ONLINE
07
AGOSTO 2021
LE ULTIME SETTE PAROLE DI GESU' DALLA CROCE
Sesta
Parola
“Tutto è compiuto”
Primo momento:
Preghiera iniziale
Amen.
1Dio dei padri e Signore della misericordia, che tutto hai
creato con la tua parola, 2e con la tua sapienza hai formato l'uomo
perché dominasse sulle creature che tu hai fatto, 3e governasse il
mondo con santità e giustizia ed esercitasse il giudizio con animo retto, 4dammi
la sapienza, che siede accanto a te in trono, e non mi escludere dal numero dei
tuoi figli, 5perché io sono tuo schiavo e figlio della tua schiava,
uomo debole e dalla vita breve, incapace di comprendere la giustizia e le
leggi. 6Se qualcuno fra gli uomini fosse perfetto, privo della
sapienza che viene da te, sarebbe stimato un nulla… 9Con te è la
sapienza che conosce le tue opere, che era presente quando creavi il mondo; lei
sa quel che piace ai tuoi occhi e ciò che è conforme ai tuoi decreti. 10Inviala
dai cieli santi, mandala dal tuo trono glorioso, perché mi assista e mi
affianchi nella mia fatica e io sappia ciò che ti è gradito. 11Ella
infatti tutto conosce e tutto comprende: mi guiderà con prudenza nelle mie
azioni e mi proteggerà con la sua gloria (Sapienza 9,1-6.9-11).
Maria,
Sede della Sapienza, prega per noi.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
Secondo momento: La
Parola di Dio
Il testo
“Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: ‘È compiuto!’” (Gv 19,30).
Terzo momento:
Commento teologico-esegetico
Gesù
grida “È compiuto!”. Non significa un
banale “È finita!”, ma l’affermazione sovrana che la missione del Figlio è
stata pienamente compiuta. È l’affermazione che nel progetto di vita di Gesù
non conta la sua persona, ma solo l’opera del Padre a favore degli uomini, come
da lui stesso affermato in diverse occasioni (Gv 4,34; 5,36; 17,4.23).
Il verbo greco utilizzato dall’evangelista, teléō, “compiere”, riprende la finale del racconto della creazione: “Dio, nel settimo giorno, portò a compimento (da teléō) il lavoro che aveva fatto” (Gen 2,2). Gesù ha portato a compimento l’opera per eccellenza che il Padre perseguiva (Gv 5,17), quella della nuova creazione mediante il dono della comunione divina fatto agli uomini.
Gesù ha percorso la sua via, quella tracciata dalla volontà del Padre suo, e non si è tirato indietro, non ha desistito malgrado la sofferenza e la solitudine estrema. Nella sua morte si compie ogni profezia, ogni attesa, ogni aspettativa dell’uomo e della storia. Compimento significa appunto questo: non c’è più niente dopo di esso, perché tutto è stato definitivamente attuato. Il sacrificio pasquale di Cristo è definitivo ed eterno. Egli ha salvato l’umanità di allora, di oggi e di sempre.
Eppure, San Paolo afferma che nelle sue sofferenze egli completa la passione di Cristo, a vantaggio della sua Chiesa (Col 1,24). Con queste parole ci fa capire che, se nulla si può aggiungere alla morte e risurrezione di Gesù, ognuno di noi è chiamato a inserirsi in essa non solo con la fede e l’amore vissuti nella gioia, ma anche nel dolore e nella prova. Queste realtà che, prima o poi, toccano l’esistenza di ogni persona, non sono soltanto negative: possono diventare vie di purificazione e di salvezza per se stessi e per gli altri, per la Chiesa e l’intera umanità.
Nella volontà del Padre, anche la sofferenza di Cristo compie un disegno di salvezza universale per tutti gli uomini e come tale chiede la collaborazione e il coinvolgimento di ciascuno, per dare realmente efficacia, per se stessi e per gli altri, alla croce del Signore e sfociare così nella Pasqua di risurrezione.
“Tutto è compiuto!”: adesso il Crocifisso può consegnare agli uomini il suo ultimo dono, lo Spirito Santo. Il Soffio della vita, grazie al Figlio dell’uomo, Parola di Dio fatta carne, ora può essere definitivamente dato in consegna all’uomo. E come tale va mantenuto vivo e zampillante, sempre nuova vita, va reciprocamente donato e accolto.
Guardando al Crocifisso che, nel suo morire, trasmette a noi il Soffio della vita, non possiamo non volgere lo sguardo a Francesco d’Assisi. Quand’egli, a La Verna – come narra Bonaventura – ricevette nella sua carne le piaghe del Crocifisso, “il verace amore di Cristo aveva trasformato l’amante nell’immagine stessa dell’amato”.
Penetrando, per quell’estremo dolore che lo ha fatto uno col Crocifisso, nel cuore di Dio che è Padre, restando insieme aggrappato alle realtà penultime nella sua carne crocifissa, egli ebbe dallo Spirito il dono di occhi nuovi con cui guardare agli uomini e alla creazione, ovunque riconoscendo fratelli e sorelle, custodi e ministri del Soffio della vita.
E dal suo profondo intimo piagato sgorgò il Cantico di frate Sole:
«Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.
Ad te solo, Altissimu,
se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi'
Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual
è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande
splendore, de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si', mi'
Signore, per sora luna e le stelle, in celu l'ài formate clarite et pretiose et
belle.
Laudato si', mi'
Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo
quale a le tue creature dài sustentamento.
Laudato si', mi'
Signore, per sor'aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si', mi'
Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et
iocundo et robustoso et forte.
Laudato si', mi'
Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et
produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
Laudato si', mi'
Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et
tribulatione.
Beati quelli che 'l
sosterrano in pace, ca da te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si' mi'
Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò
scappare: guai a quelli che morrano ne le peccata mortali;
beati quelli che
trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male.
Laudate et benedicete
mi' Signore' et ringratiate et serviateli cum grande humilitate».
Quarto momento: La
riflessione personale
Dedicate almeno mezzora alla vostra personale riflessione.
Traccia di riflessione: Fare la volontà del Padre fino al suo pieno compimento. Questa è stata la scelta fondamentale fatta propria da Gesù Cristo. Facciamoci guidare dallo Spirito di Cristo che ci rivela il progetto che Dio ha sulla nostra vita. Abbandoniamoci alla Sua opera santificatrice, lasciando così che si realizzi anche in noi la volontà di Dio.
Quinto momento: La
condivisione comunitaria
Se
avete deciso di vivere insieme ad altri i primi tre momenti (in modo
residenziale), scambiate con loro la vostra riflessione.
Al
termine della vostra condivisione, accedete al blog
noiabbiamolamentedicristo.blogspot.com e inserite un commento alla scheda del
giorno in modo da favorire l’arricchimento spirituale di tutti coloro che
partecipano alla Settimana Biblica Online.
Sesto momento:
Liturgia delle Ore
Siamo
giunti al momento conclusivo della Giornata. Accedete al sito www.liturgiadelleore.it che vi
proporrà il testo della Liturgia delle Ore corrispondenti all’ora in cui
effettuate l’accesso. Sarà un momento di preghiera vissuto in comunione non
solo con i partecipanti alla Settimana Biblica Online, ma con la Chiesa
Universale.
Pensavo a Gesù che grida "a gran voce" "tutto è compiuto", quelle parole gridate con trionfo, come il vincitore di un oro alle olimpiadi che taglia il traguardo!!! Come sarebbe bello anche per noi un giorno dire: " ho compiuto, ho portato a termine l'opera che Tu, Padre mi hai dato da fare".
RispondiEliminaMa come è difficile, direi impegnativo capire sempre quale sia la sua volontà e realizzare l'opera che il Signore ci ha dato da compiere e che sicuramente non porteremo a termine perché sarà Lui a terminare ciò che ha iniziato!!! L'unica cosa che possiamo fare è fidarci di Lui e affidarci a Lui,ma soprattutto facciamoci guidare dallo Spirito che ci ha consegnato dopo quelle parole, e che abita in noi, in quella parte profonda del nostro essere e dal quale procedono il pensiero, il discernimento, la scelta, l'azione.
Rosaria, non dimentichiamo mai che il progetto salvifico appartiene a Dio ed è Lui a realizzarlo. A noi non resta altro che abbandonarci allo Spirito che ci inabita e ci guida verso il pieno compimento di tale progetto. Come diceva Madre Teresa, siamo una matita nelle mani di Dio. A Lui la libertà di scrivere quello che risponde alla sua volontà.
Elimina